L’area “CICOLANA” è caratterizzata dalla presenza di numerosi santuari pagani che spesso sembrano assumere, oltre alla funzione religiosa, anche un ruolo aggregativo a livello politico-sociale e costituire importanti nodi di scambio commerciale. Questi santuari, per lo più di natura rurale, hanno goduto di particolare vitalità anche grazie al permanere della loro funzione di fiere e mercati in occasione di eventi religiosi ed al loro collocarsi in corrispondenza delle tappe dei percorsi di transumanza. Frequentemente i santuari in questione si trovano su terrazzamenti i cui imponenti resti in opera poligonale sono ancora oggi visibili.
Spesso su questi stessi terrazzamenti, in epoche posteriori, si sono impiantati luoghi di culto cristiani, come nel caso della chiesa di S. Mauro in Fano, nel Comune di Borgorose, che si erge su alcuni blocchi in pietra parallelepipedi riferibili ad una struttura anteriore relativa ad un luogo di culto.
Anche la chiesa di S. Giovanni in Leopardis risulta costruita su strutture in opera poligonale, così come quella di S. Maria delle Grazie, sorta probabilmente sui ruderi di una villa romana.
Sempre nel Comune di Borgorose, in località S. Anatolia, si trovano i resti della cosiddetta Ara della Turchetta. Si tratta di un complesso costituito da un’ampia terrazza con sostruzioni in opera poligonale, identificato con l’oracolo di Marte menzionato da Dionigi di Alicarnasso.
Ancora nel territorio comunale di Borgorose, presso la piana di Corvaro, in località S. Erasmo, si trovavano due basamenti, identificati come edifici templari, tra i quali fu rinvenuto un deposito votivo oggi conservato al Museo Nazionale Romano. S. Angelo in Cacumine Montis (Comune di Fiamignano).
Nel Comune di Fiamignano, nel cui territorio si è supposto si trovasse l’antica Vesbula menzionata da Dionigi di Alicarnasso, presso il monte Aquilente, si trovano alcune strutture in opera poligonale, identificabili come luogo di culto. In particolare si conservano due muri laterali e parte di un muro frontale. La cella del tempio venne inglobata dalla costruzione della chiesa di S. Angelo in Cacumine Montis, inoltre a Marmosedio si trovano i resti di un muro di terrazzamento in opera poligonale, identificato come santuario, sul quale oggi sorge la chiesa di S. Lorenzo in Fano.
Nel Comune di Pescorocchiano, alle pendici del monte Fratta, in località Alzano si trovano i resti di un ampio complesso caratterizzato da quattro terrazzamenti in opera poligonale nel secondo dei quali è inserita una cella circolare sotterranea denominata Grotta del Cavaliere. Questa imponente struttura fu identificata in passato come la sede dell’antico tempio di Marte, sito da Dionigi di Alicarnasso nel territorio di Suna. Il rinvenimento nel 1983 di una piccola base votiva con iscrizione di dedica ad una divinità non facilmente definibile, databile al I sec. a.C., ha permesso la sua certa identificazione in quanto luogo di culto. Il manufatto si conserva oggi nel piccolo museo annesso al Monastero delle Clarisse di Borgo S. Pietro. 166 167 Piccola base con iscrizione dall’area della Grotta del Cavaliere di Alzano (Pescorocchiano) Si ricorda, infine, sempre nel Comune di Pescorocchiano, il Santuario di Civitella, unico ad essere stato recentemente oggetto di indagini archeologiche ad opera della Soprintendenza. Sulla cella del tempio, costituita da un basamento di blocchi accostati largo 6 metri, si è impostata in epoca posteriore la chiesetta di S. Angelo.
Nel Comune di Petrella Salto si trova il SANTUARIO DI SANTA FILIPPA MARERI antico monastero francescano sorto sulle sponde del Lago del Salto le cui acque, nel 1940, hanno ricoperto le strutture originarie.
Durante l’estate, quando il livello delle acque del lago si abbassa, parte dell’edificio dell’antico monastero riaffiora. Il monastero è stato ricostruito nel borgo e vi sono stati trasportati alcuni reperti dell’antico monastero tra cui opere d’arte e il corpo della santa. Il monastero è legato alla storia della famiglia baronale dei Mareri, che tra XIII e XV secolo esercitò una forte egemonia nel Cicolano. Nel 1228 la baronessa Filippa Mareri, vinta la resistenza dei fratelli, ottenne da loro il lascito della Chiesa di S. Pietro de Molito con la Villa di Casardita e trasformò l’originario monastero benedettino in un monastero femminile francescano. Nella vecchia villa Filippa iniziò infatti una vita severa ed austera, e con il moltiplicarsi delle clarisse utilizzò la propria dote e quella delle altre suore per restaurare la Chiesa e per costruire altri edifici necessari alla vita claustrale. Sorse presto un vero monastero con chiostro, stanze ed officine: un alto muro circondava e difendeva le clarisse dall’esterno. Ingenti somme vennero utilizzate per l’acquisto di libri sacri, arredi e suppellettili. La Chiesa venne consacrata nel 1231 dal Vescovo di Rieti Rainaldo. Nello stesso anno il Papa Gregorio IX, venuto a Rieti, accolse il Monastero sotto la sua protezione. Il 16 febbraio 1236 Filippa morì in fama di santità e il suo culto pubblico fu riconosciuto nel 1248 da papa Innocenzo IV, divenendo la prima santa francescana. Le prime fasi della vocazione di Filippa furono caratterizzate da un’esperienza eremitica vissuta in una grotta naturale che sovrasta il monastero attuale.
- Campanile del vecchio Monastero di Santa Filippa Mareri
- Campanile del vecchio Monastero di Santa Filippa Mareri
- Mura Poligonali Ara della Turchetta a Sant’Anatolia (Borgorose)
- Nuovo Santuario Santa Filippa Mareri a Borgo San Pietro
- Interno Grotta del Cavaliere ad Alzano (Pescorocchiano)
- Grotta del Cavaliere ad Alzano (Pescorocchiano)
- Altare Chiesa di San Mauro a Castelmenardo
- Interno Chiesa di San Mauro a Castelmenardo
- Esterno Chiesa di San Mauro a Castelmenardo