Territorio
Gran parte dell’area del Salto-Cicolano, estesa per circa 50.000 ettari, è tutta in provincia di Rieti. I sette Comuni che ne fanno parte sono: Fiamignano, Pescorocchiano, Borgorose, Petrella Salto, Concerviano, Varco Sabino e Marcetelli. Un’alta percentuale del territorio è montuoso quale propaggine della dorsale appenninica centrale. Non mancano rilievi più dolci, vallate, altopiani, solcati da numerosi ruscelli e fiumi che danno origine a forre e anfratti. Questo ha permesso la formazione di piccoli stagni e grandi laghi. Tutto concorre a creare un paesaggio dalla fisionomia piuttosto articolata.
La natura selvaggia di questi luoghi – i sette comuni inclusi nell’area ospitano appena 13.000 abitanti – consente una vita tranquilla agli animali e uno sviluppo sorprendente alla flora.
La Flora dei Monti del Cicolano
Qui trovano il loro habitat ideale lupi, volpi, martore, istrici e tra i volatili, gufi, astori, picchi e, nella Riserva dei Monti Navegna e Cervia, l’aquila reale. È indubbio il valore botanico, faunistico e paesaggistico di questi due monti. L’uno – il Cervia – con i suoi 1438 metri di altezza e l’altro – il Navegna – alto 1508 metri, sono costituiti per la gran parte da calcari e una piccola parte a est da formazioni marnoso-arenacee. I due complessi sono divisi da un vallone piuttosto profondo denominato vallone dell’Obito di straordinario valore naturalistico. I Monti del Cicolano sono ricoperti da boschi, governati a ceduo. Godono di ottima salute tanto che non è raro incontrare nei castagneti da frutto esemplari di eccezionale bellezza e dimensioni.
Più in basso sono presenti querceti con roverelle e cerri, il carpino, il frassino, gli aceri e il pioppo mentre più in alto dominano le faggete governate a ceduo. I castagneti prima citati sono presenti nelle zone più fresche e danno un’ottima produzione di marroni. Anche il sottobosco è piuttosto ricco. Infatti si rinvengono esemplari di rosa canina, ginepro, cisto, berretta del prete, sorbo montano e tante altre specie arboree.
La Fauna dei Monti del Cicolano
Tra le tante specie di animali presenti in quest’area si possiamo citare le più diffuse. Il gruppo dei rapaci diurni comprende gheppi, poiane, sparvieri e i notturni, civette, gufi, allocchi. Ancora come avifauna sono presenti picchi verdi e picchi rossi e i numerosissimi passeracei delle boscaglie. Fra i mammiferi sono da segnalare le donnole e le martore, tra i piccoli carnivori, moscardini e topi quercini, tra i roditori, i tassi e gli istrici. Spesso è stata segnalata la presenza della vipera dell’Ursini, la meno pericolosa fra le vipere nostrane.
I Monti Nuria, Nurietta e il Piano di Rascino
Anche i piani di Rascino e di Cornino, posti nel cuore dei Monti del Cicolano, in cui si adagiano come gioielli dei laghetti sui quali si riflette il Monte Nuria (1888 m), hanno un loro fascino. In modo particolare l’altopiano di Rascino, con i ruderi dell’omonimo castello posto ai suoi margini, visto dal Colle della Fungara, offre uno spettacolo unico, uno scenario naturale di incontaminata bellezza.
L’altopiano, situato a 1100 m di quota, è appunto incorniciato dalle cime dei monti Nuria e Nurietta (1884 m), e dove si possono osservare numerosi greggi e mandrie di bovini ed equini che si dissetano nei laghetti perenni. I Monti del Cicolano con le loro bellezze paesaggistiche possono essere scelti anche per fare delle semplici, lunghe e riposanti passeggiate. La mente e lo spirito ringrazieranno. Stare sulla cima de La Serra dà la sensazione di trovarsi su un monte ben più alto dei suoi 1607 metri poichè da là si domina un panorama d’eccezione: da una parte il “Cicolano” con al centro il Lago del Salto, a nord il sottogruppo del Nuria-Nurietta e più lontano i Monti Reatini, a sud-est le Montagne della Duchessa e oltre il gruppo del Velino.
È interessante come d’inverno, stando sulla cresta, mentre a sinistra – versante freddo – c’è una bella coltre di neve, a destra – il versante più caldo – è quasi privo di neve, così bianco a sinistra color paglia a destra. Non di rado, quando è stagione, si possono vedere le coturnici levarsi in volo rasenti alla cresta.
Montagne della Duchessa
Area Protetta che interessa il settore dell’Appennino laziale ai confini con l’Abruzzo, a ridosso dell’A24 Roma-L’Aquila. In un paesaggio tipicamente appenninico, comprende rilievi calcarei incisi da valli profonde, estese praterie d’alta quota e fitti boschi di faggio, sormontati in quota da bastioni rocciosi dall’aspetto tipicamente alpino quali quelli del Murolungo, del Costone e del Morrone.
Gioiello paesistico dell’area è il piccolo lago della Duchessa, a 1.788 metri di quota, che occupa il fondo di una vasta conca di origine glaciale, poi modellata dal carsismo, circondata da prati-pascoli. Ricchissima la biodiversità: la fauna della riserva annovera tutte le specie più note e caratteristiche dell’Appennino centrale – con l’eccezione del camoscio – tra cui il lupo, il capriolo, il cervo, il gufo reale, l’aquila reale, la vipera dell’Orsini e, seppure riscontrato solo sporadicamente, l’orso marsicano.
La diversità di habitat e la contiguità con altre zone montane poco disturbate rendono possibile la presenza di specie tipiche delle praterie alto-montane, dei boschi montani di latifoglie decidue e dei boschi collinari. Tra i rapaci legati a questi ambienti si segnalano l’astore, lo sparviere e il lodolaio. Inoltre sono presenti il picchio dorso bianco, la coturnice e il fringuello alpino. Frequentano gli ambienti rupicoli, tra gli altri, il falco pellegrino, il lanario e il corvo imperiale.
Il borgo di Cartore manifesta invece i caratteri originari degli insediamenti rurali, strettamente legati un tempo alla parca agricoltura montana e alle pratiche di coltivazione del bosco.
Il Lago del Salto
Il Lago Salto é situato a 535 m s.l.m.., é un bacino artificiale costituitosi a seguito della costruzione della grandiosa diga alta 90m che sbarrò il decorso fluviale. La costruzione della diga nel 1939 sommerse l’antico paese di Borgo San Pietro e il monastero delle clarisse, fondato da Santa Filippa Mareri nel 1228, paese e monastero che vennero ricostruiti più a monte. L’antica cappella del vecchio monastero fu smontata e rimontata nella nuova chiesa con i notevoli affreschi del tardo cinquecento che occupano il sottarco.
Annesso al monastero un interessante museo con ingresso gratuito. Furono inoltre sommersi gli antichi paesi del fondo valle, come Fiumata con la chiesa di S. Angelo in Guado, S.Ippolito e Teglieto. Il lago che nasce sui monti della Marsica e confluisce nel Velino, ha un’estensione di 10 Km di lunghezza per 1 Km di larghezza.
Le Grotte di Val de’ Varri
Le Grotte di Val de’ Varri sono un’importante emergenza turistica, ambientale e culturale della Regione Lazio. Questo luogo è vincolato dal Ministero dei Beni Culturali per via del rinvenimento di manufatti conservati presso il Museo Archeologico del Cicolano a Corvaro, ed è anche un SIC, Sito d’Interesse Comunitario, di Natura 2000, rete creata dall’Unione Europea per la conservazione degli habitat e delle specie animali e vegetali identificati come prioritari in virtù di eccezionali esemplari di fauna e flora ospitati. Il motto è “Natura 2000 – Europe’s nature for you”. Nel ramo sinistro vive infatti una colonia di pipistrelli molto rari. Nel ramo destro invece vi sono stalattiti, stalagmiti e altre bellissime concrezioni calcaree, come le macchie di leopardo, che formano uno spettacolo unico. Attraverso un suggestivo itinerario ambientale e didattico è possibile visitare le grotte di Val de’ Varri: dopo aver percorso il sentiero d’ingresso, ci si trova improvvisamente di fronte il maestoso e selvaggio dirupo del “grottone”, ai piedi del quale, nel periodo invernale, il Rio Varri riversa tumultuosamente nelle viscere della terra la sua cascata d’acqua. Da qui si accede al ramo sinistro della grotta (la zona archeologica) che testimonia la presenza dell’uomo Appenninico della media età del bronzo, e il ramo destro (fossile), formato dal lento e millenario lavoro dell’ acqua con numerose concrezioni che hanno dato luogo al gioco fantastico si stalattiti e stalagmiti: un lavoro certosino realizzato ad arte della natura. Lo spettacolo è arricchito dalla scenografia di corsi d’acqua che si aprono come a formare piccoli specchi. I due rami s’incontrano infine nello spettacolare Salone della confluenza, una visione mozzafiato.La zona di Val de’ Varri come quella del Cicolano offre paesaggi variegati e mutevoli in colore e forme. E’ caratterizzata dalla larga presenza di aree in quota, con terreni in parte calcarei ed in parte arenarei coperti in prevalenza da un fitto manto boschivo. La foresta caducifoglia è costituita da specie quercine a foglia larga come roverella e cerro oltre a sempreverdi come il leccio, specie betullacee, carpino nero e bianco, ornielli, noci, noccioli e diverse varietà di aceri, i castagneti da frutto presentano esemplari di eccezionali dimensioni. Tra le essenze arbustive del sottobosco citiamo l’agrifoglio, il corniolo, il sorbo il ginepro comune, rovi di more, ribes, la rosa di macchia o rosa selvatica. Ravvivano il paesaggio i colori dei tipici fiori: primule, ciclamini, viole e numerose e varietà di orchidee. In prossimità della forra si nota la diversità della composizione della vegetazione: passiamo dalle formazioni caducifoglie a piccoli arbusti selvatici inerpicati sulla roccia calcarea per arrivare ad essenze vegetali sempre più piccole come muschi e licheni.L’aspetto faunistico è rappresentato da varie specie di animali quali: anfibi, piccoli rettili, diversi uccelli come la cutrettola, il merlo, il pettirosso, l’usignolo, il merlo acquaiolo; nell’ambiente acquatico troviamo il gambero di acqua dolce dalla colorazione variabile.Rilevante importanza assume la presenza del pipistrello all’interno della grotta. Studi di esperti hanno rilevato la presenza di almeno cinque specie di pipistrelli tra queste due specie, nella parte più interna, in via d’estinzione.
- Monti della Duchessa
- Lago di Rascino
- Lago della Duchessa
- La diga di Borgo San Pietro
- Grotte Val Dé Varri (Pescorocchiano)
- Grotte Val Dé Varri